Ciò che possiamo licenziare

venerdì 24 ottobre 2014

Le dichiarazioni della settimana: Renzi, Napolitano, Berlusconi. Carine

Il bello del vivere nel Belpaese è che non ci si annoia mai. E soprattutto viene difficile perdere il buon umore. Quand’anche le cose vanno da schifo basta aprire un giornale dare un’occhiata alle dichiarazioni dei big della politica e magari anche dell’economia e subito torna il buon umore.

La dichiarazione di Renzi:«È finito il tempo delle lettere segrete.»
Sempre di buon umore, divertito e divertente, è il Presidente del Consiglio e nulla sembra smuoverlo da questo suo stato dell’animo. Neanche la lettera, tutta ringraziamenti e legnate, che gli ha inviato il gelido Jyrki Katainen in risposta alla sua bozza di legge di Stabilità. Per far contenti gli italiani Renzi ha pensato bene di renderla nota all’orbe terraqueo. Il Presidente della Commissione europea Barroso se ne è avuto a male e un po’ rudemente da detto che queste cose non si fanno e ha invocato la legge sulla privacy. Il nostro ha risposto che: «È finito il tempo delle lettere segrete, pubblicheremo tutti i dati di questi Palazzi, ci sarà da divertirsi ….» Già ci sarà da divertirsi. Magari gli italici avrebbero voluto divertirsi anche leggendo quello che c’è scritto nel famoso patto del Nazareno. Senz’altro si scompiscerebbero. Come si scompiscerebbero in Parlamento e in Vaticano e in Confindustria. E magari si scompiscerebbe pure la magistratura. Nessuno si scandalizzerebbe per la forma se, come ebbe a dire il bronzeo Toti, sono quattro o cinque punti scritti a mano sulla carta del pane. Nel Belpaese si è abituati a ben altro.

La dichiarazione di Napolitano: «Insofferenza per i vecchi assetti di potere.»
Poiché un titolo onorifico fa sempre chic ed è pure ben ambito continua a girare per il Paese anche quello di Cavaliere del Lavoro. Oddio, visti alcuni precedenti non ce ne sarebbe da far gran vanto ma la memoria è corta anzi cortissima mentre la vanità è ampia anzi amplissima. E poi un titolo è come un sigaro: non lo si nega a nessuno. Quindi a Roma, al Quirinale, nuova infornata di Cav. e il capo dello Stato Giorgio Napolitano parlando ai neo Cavalieri del Lavoro ha lanciato un nuovo e sentito, oltre che vibrante,  monito da cui, per comodità,  si estrae solo questa perla di rara saggezza: «Si sta diffondendo un clima di insofferenza per il trascinarsi di vecchi assetti strutturali e di potere.» Si intuisce che sotto i paludati abiti e le felpate frasi batte ancora il cuore del vecchio rivoluzionario di professione. Così Lenin chiamava i funzionari del partito comunista. Certo Napolitano non poteva essere più esplicito. Magari si poteva marcare un po’ di più che il clima di insofferenza non si sta diffondendo adesso ma ha ormai permeato ben bene tutta la società e anche da un bel pezzo e che non di insofferenza si tratta ma di un sentimento assai più ruspante e che mette in agitazione, sopra e sotto la cintola, non pochi organi degli italiani. Soprattutto da chi quei «vecchi assetti strutturali e di potere» li ha visti nascere e corroborarsi anno dopo anno da quando nel 1953 si assise per la prima volta in uno scranno della Camera.

La dichiarazione di Berlusconi:«Dico sì a unioni gay e jus soli.»
Proprio vero che nulla è scolpito nella pietra ed una volta per tutte. Anche il più macista dei macisti, quello che ad ogni piè sospinto sottolineava il fatto di non essere gay si è convertito. Al formale tiepido buon senso, almeno. Gli omosessuali, uomini o donne che siano, sono persone come tutte le altre e come tutti debbono avere gli stessi semplici diritti. E quindi come se nulla fosse eccolo declamare: «La famiglia tradizionale è il cardine del nostro Paese ma lo sono di più l’amore e la dignità.» Sorbole! E poiché il domiciliato di Arcore ama stupire ed ormai era lanciato ecco la seconda perla: « Dare la cittadinanza ai figli degli immigrati è doveroso.» Mica male arrivare a simili conclusioni alla soglia degli ottant’anni. Chissà a quali vette di aperturismo rivoluzionario potrà arrivare quando sarà dalle parti dei cento anni.


Comunque su queste battute si sono divertiti tutti meno i soliti guastafeste: la cancelliera Merkel, ma i tedeschi non hanno un gran senso dell’umorismo, quelli che volevano diventare Cavalieri del Lavoro ed erano pure disposti a pagare (metaforicamente s’intende) ma non ce l’hanno fatta e poi Fitto, Gasparri e qualche altro scartellato di Forza Italia. L’unico che non la pensa come Berlusconi ma si è fregato le mani dalla contentezza è stato Salvini: i razzisti e gli omofobi rimangono parco suo.

1 commento:

  1. Una Classe Politica di "Irresponsabili" ... che lasciano scorrere Giorno dopo Giorno senza nulla fare per salvare il Paese dal proprio triste Declino ...

    RispondiElimina